In libertà. Ringraziamenti. Figli d’arte.

Questo post andrebbe letto con la musica che ho in testa.
Quella con cui ho appena montato il video delle prove di Eracle al Ninfeo.
Quella che fb mi ha appena bannato perchè protetta.
(ma non si può pagare da qualche parte? datemi un programma musicale della SIAE e che cazz)
(no. dice che su fb ti bannano e basta 😉
quindi. siccome non si può sentire, mettetecene una voi.
una che avete in testa.

una che parli di una storia che avete nel cuore, in ogni caso.
come per me questa immagine. e la musica che ho in testa.

questa immagine parla di un'amicizia.
di una valigia presa molti anni fa, per partire e per restare, grosseto- roma, roma-grosseto,
le estive, che tutti andavamo e poi arrivati lì c'erano i posti letto uno sull'altro e le cavallette di roselle,
le prove alle 3 di pomeriggio e il mare che i primi anni era una certezza
e gli ultimi "uno sull'altro e con un solo bagno"
avanti e indietro le pomeridiane ad ansedonia e le serali a roselle
e il mare chi l'ha visto, l'ha visto.

continuate a leggere
con la musica che avete in testa
che parli di molte chiacchiere a notte fonda
di litigate e pettegolezzi
chi andava, chi veniva,
e chi prendeva un treno per non tornare mai più
in piena notte..

questa foto parla di un'amicizia condivisa.
e di uno spettacolo che abbiamo portato in scena appena da due giorni,
uno spettacolo che mentre sto scrivendo mi sembra già un passato remotissimo
e invece appena due giorni fa eravamo lì a soffrire
(io) a dosi di valeriana e adrelina
con il pubblico ad un passo
e un testo amato, amatissimo,
sulla "famiglia d'arte" di una volta,
- e dentro i miei studi, e dentro le mie ricerche,
e dentro il mio dottorato,
e i miei "saggetti" e Wanda,
Wanda Fabro,
in quella interprete meravigliosa che è stata la nostra Paola Grasso,
Poala nei miei copioni,
per quei refusi dati dall'affetto,
e tutti a piangere ogni volta che chiudeva il suo monologo;

ed io ancora a immaginare che prima o poi  un parente di Wanda
mi avrebbe portato le lettere di d'Amico,
quelle di risposta, di cui abbiamo solo i carteggi a senso unico,
le lettere avute da Sandro d'Amico, nei miei studi universitari
quella cartellina custodita dal padre con scritto
"Wanda Fabro",
e chissà cosa le aveva risposto il presidente,
e chissà dove sono finite quelle lettere.

questa immagine parla
di un'amicizia, di una valigia da prendere ogni volta
per partire e per restare,
di uno spettacolo
che appena due giorni fa,
e della voce del mio maestro,
daccapo!
della musica che ho in testa
e del teatro sottopelle
che mi hanno tramandato i miei maestri
e di questo dialogo continuo
quando a volte il senso sembra perdersi.

questa immagine parla di generosità.
nel condividere
esperienza e sapienza,
sempre.
senza partire in piena notte
perchè non ci sono i posti letto,
senza partire in piena notte perchè
il cast non è solo di professionisti.

Siamo in concorso,
e non ci importa altro:
quel conta è in questa immagine;

nella valigia che ancora, e un'altra volta
custodisce.
Grazie ragazzi.
grazie Paoletto.

🙂

[one strange world, Antonio Pinto ]

 

 

 

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