Argonautiche da Apollonio Rodio, Teatro dell’Orologio

17|21 Giugno 2016
h 21.00 | METISTEATRO
Teatro dell’Orologio
Via dei Filippini 17, Roma


 Argonauti è il nome che presero i 50 eroi del mito che si raccolsero attorno a Giasone da tutta la Grecia per partecipare all’impresa del Vello d’oro.

Un viaggio sulla nave Argo dalla Grecia alla remota Colchide, sulle rive estreme del mar Nero, per riportare a casa il Vello, la pelle dell’ariete sacro, custodita e protetta dal re Eeta. Un’impresa impossibile, ordinata a Giasone dal re Pelia, usurpatore del trono che avrebbe voluto in tal modo assicurarsi il potere, allontanando il pericolo rappresentato dall’eroe.  

Cinque giorni di studio in cui abbiamo scelto attraverso cinque diverse messe in scena di raccontare una parte del mito, il viaggio degli Argonauti sino all’arrivo in Colchide, l’incontro con Medea e quindi il destino che toccò a Giasone ed Orfeo  che come molti altri degli eroi che presero parte all’impresa si rivelò drammatico dopo il ritorno.

Note 

A partire dal I e dal II libro delle “Argonautiche” di Apollonio Rodio (III sec. a.c), il nostro studio si snoda attraverso la prima parte del viaggio sino alla profezia di Fineo.

Gli eroi, chiamati da tutta la Grecia, si raccolgono attorno a Giasone, per imbarcarsi su Argo. Alla partenza Idmone uno degli eroi profetizza l’esito del viaggio. La prima terra che incontrano è Lemno, isola popolata solo da donne,  che punite da Afrodite, gelosa della loro bellezza, le condanna a un odore nauseabondo. Adirate, per il tradimento dei loro mariti che preferiscono loro le schiave tracie, le donne decidono di ucciderli tutti. All’arrivo degli Argonauti le donne chiedono loro di unirsi per concepire dei figli, temendo per la sopravvivenza della loro gente.  Gli Argonauti si trattengono sull'isola per due settimane, e anche Giasone si smemora nell’incontro con Issipile, sinchè Eracle non li richiama all’ordine. Argo riparte, ma dopo pochi giorni, Ila il giovane amante di Eracle sparisce, rapito dalle ninfe. Eracle, disperato, abbandona Argo per cercarlo. Ripartiti, gli Argonauti approdano nella terra dell'indovino Fineo, costretto per maledizione a convivere con le mostruose Arpie che gli rendono insopportabile il cibo. Fineo profetizza l’esito del viaggio.

Due allestimenti differenti (19 e 21 giugno) che tengono conto delle diverse suggestioni offerte dal mito. Su entrambe, pur privilegiando a tratti il verbale, a tratti il corporeo secondo le modalità dei due gruppi di lavoro, il viaggio allucinatorio ed onirico della nave Argo, più spesso vicina a un viaggio psichico, che rivela l’impossibilità degli eroi di rispondere ad un ruolo a tutto tondo, e ce li restituisce uomini nella loro finitezza.   

 

 

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