Fuori c’è un vento freddo

La vita di un sonnolento paese di provincia è sconvolta dall’occupazione di un corpo di soldati nemici. In apparenza i vincitori governano con ferrea serenità e gli abitanti – camerieri, signori, dignitosi borghesi – sembrano adattarsi docilmente a una quotidianità fino a poco prima inconcepibile. Fino a che l’inquietudine non si fa palpabile e gli occupanti, spogliati a poco a poco delle proprie certezze di eletti, si scoprono mosche alla conquista della carta moschicida. Un testo ironico e spietato sulla potenza dell’azione – e della responsabilità – collettiva.
(note di Francesco Meriano)