Anni ’30 del secolo scorso. Cambia il mondo e cambiano le scene. In Italia, il teatro affronta una doppia rivoluzione: al tramonto delle tradizionali famiglie d’arte, che cedono il passo al primo teatro di regia, si accompagna l’ascesa del fascismo e del controllo di regime.  I panni dell’inquisitore toccano a Leopoldo Zurlo, colto funzionario di Stato, nominato da Mussolini (a dispetto di una formazione squisitamente liberale) a capo del temuto Ufficio censura. Sulla sua scrivania si intrecciano le storie dei drammaturghi e degli attori – Luigi Pirandello, Roberto Bracco, Marta Abba, Ettore Petrolini, Ermete Zacconi, Renato Cialente – che attraversarono una stagione tra le più innovative, e le più tragiche, del teatro italiano.

(note di Francesco Meriano)

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