Il Ventaglio
Carlo Goldoni

Parole dal testo

“E’ una società stereotipata, in cui il disordine è portato da un elemento estraneo, il ventaglio, una cosa, un oggetto, che ha la capacità di muovere le azioni dei personaggi. E soprattutto di portare disordine in questa stereotipia in cui ad agire è l’impulso “.

Foto Paolo Sasso

Eppure è un piccolo mondo questo della “case nove” – scandito dalla ritualità di gesti sempre identici in cui ognuno ha un ruolo. Definito.
un piccolo mondo questo delle Case Nove.
Fissati, immobili. Come immobili sono le stereotipie dei personaggi, il loro mondo, il loro stare.
Immobili, nelle loro classi sociali.
è il 1764. A Parigi. Negli anni dell’esilio.
Esilio volontario.
C’è un respiro di malinconia.
è stanco. È deluso. E forse è solo.
Il poeta.
la sua lingua si smemora.
scrive in francese. In quella lingua con cui continuerà a ricordare.
In quel progressivo dimenticarsi della sua lingua di origine..
per mandare in qualche modo un messaggio ai suoi concittadini, all’Italia, alla sua patria.
Il ventaglio.
Un oggetto.
un oggetto che all’improvviso slatentizza pulsioni.
In questa ferma stereotipia di un mondo ripiegato su se stesso.
non accade nulla. Nient’altro.
se non il piccolo mondo delle Case nove. All’improvviso mosso da questo oggetto esterno
“Il Ventaglio”,
l’unico oggetto a muoversi in questo affresco iniziale
nelle mani di Candida.
Ed è su questo primo quadro che si apre la scena”.

Foto Paolo Sasso

Dalle note di regia
Opera meno indagata, poco rappresentata (fatta salva la celebre edizione di Luca Ronconi), è ancora un testo che mette al centro più classi sociali illuminandone stavolta le contraddizioni a partire da un oggetto inanimato “un ventaglio” appunto che cadendo dalle mani della protagonista Candida innesca una serie di reazioni che portano il piccolo mondo delle Case Nove a smarrirsi nella più totale perdita di qualsiasi forma di ragionamento.
Il testo, atipico già nel titolo, (è l’unica fra le commedie goldoniane ad avere per titolo un oggetto), è una straordinaria giostra di passioni e di pulsioni, ingovernabili e senza freni, una discesa in verticale dentro l’animo dei suoi personaggi, che parla ancora dopo oltre duecento anni, di quanto siano fragili i nostri limiti, nell’assenza di una ratio che imporrebbe di fermarsi un attimo prima di rincorrere un ventaglio.

Foto di scena Paolo Sasso

 

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