Kairòs

Kairòs (6 giugno h 16.00) Due eroi. Achille e Odisseo. Questo nostro ultimo studio su Odissea muove da alcune suggestioni che a partire dalla lettura di Achille e Odisseo, la ferocia e l’inganno di Matteo Nucci, hanno guidato il nostro percorso verso una riflessione verticale sulla natura e il destino dei due grandi protagonisti di Iliade ed Odissea.


Foto di scena Paolo Sasso

Una riflessione che intreccia molteplici elementi che accomunano e distanziano i due eroi e che a partire da biografie a tratti simili – entrambi non vorrebbero partire per Ilio, entrambi tentano di sottrarsi in qualche modo alla guerra (Achille nascosto dalla madre Teti a Sciro, Odisseo fingendosi pazzo quando gli Achei giungono ad Itaca per richiamarlo), entrambi nel segno della nostalgia e della perdita di donne che ameranno per sempre, e di figli che lasceranno bambini e che rivedranno a combattere a loro fianco ormai adulti. Elementi continui e molteplici che li accomunano e insieme li distanziano al punto da farne archetipi di due modalità del tutto contrapposte, non solo per scelte e destino ma anche perché  topos di due epoche tra loro contrarie e distanti, il tempo degli eroi, e quello degli uomini. Una distanza tutto sommato etica, morale, umana, non del tutto scevra in questa nostra lettura dalla mitizzazione di un tempo mitico, i cui canoni sembrano perdersi in quella celebre lite tra Achille e Odisseo, una manciata di versi sospesi che Omero non sviluppa, lascia intendere al lettore, perché possa riempirli di senso. La celebre lite, cantata dagli Aedi nel tempo, di cui a noi non restano che ipotesi, suggestioni, congetture.

La celebre lite che forse li vide distanti e contrari, ai due lati del campo, decidere le sorti di Ilio e come porre fine alla guerra: se attraverso l’inganno del cavallo e l’intelligenza di Odisseo,  o nella frontalità cristallina di Achille, nella lealtà e limpidezza e chiarezza di un tempo, con cui a noi l’epica continua a restituire archetipi di là dai quali non resta che il buio.

Quando i Greci dovevano appellarsi a un’entità ultima guardavano a Omero. Padre di tutte le storie.

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