La riunificazione delle due Coree
di Joël Pommerat

La Riunificazione delle due Coree esplora la complessità dei legami amorosi, declinando in una serie di sequenze indipendenti uno stesso tema comune. Amanti, amici, coppie sposate o relazioni passeggere, il mosaico di brevi frammenti narrativi a sé stanti mette a nudo il tessuto delle
relazioni, articolandole secondo un gioco di variazioni, di volta in volta comiche, struggenti, scabrose, drammatiche, tutte ugualmente intense e spiazzanti.

Il titolo della pièce evoca la metafora dell’amore come (impossibile?) ritorno all’unità perduta. “Quando ci siamo incontrati tutto era perfetto. Eravamo come due metà che si erano perdute e che si ritrovavano. Era meraviglioso. Era come se la Corea del Nord e la Corea del Sud aprissero le
loro frontiere e si riunificassero e la gente che non aveva potuto vedersi per degli anni si ritrovasse”.

Il tema dell’amore e del disamore viene rappresentato secondo le diverse sfaccettature, che siano desiderio, affetto, abitudine, dipendenza o pura fantasia. Nell’insieme, il quadro che si profila chiama lo spettatore a testimone di una visione disincantata, talvolta crudele ma terribilmente
onesta della realtà quotidiana, svelando l’illusione di un sentimento che pare manifestarsi principalmente nella sua assenza: in fondo l’amore non esiste, secondo Pommerat, esiste solo la mancanza d’amore. (note di Federica Alba, interprete nel cast)

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