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Nostoi

Nostoi (6 giugno h 10.00)
Drammaturgia e Regia Alessia Oteri
Assistente alla Regia Francesca Consiglio
con
Rossana Boscolo, Angela Carbone, Antonella Corsaro, Francesca Consiglio, Alessandro Lentini, Alice Rinalduzzi, Franco Tinto

Questo terzo studio ripercorre il tema dei ritornicosa resta di Ilio, dalle ampie strade, cosa accade agli eroi dopo la presa di Troia. Ai vinti e soprattutto ai vincitori, i cui ritorni sono spesso segnati da un epilogo tragico e su cui sembra gravare ancora il peso di una guerra che resterà talmente viva nell’immaginario da essere celebrata in un disegno catartico collettivo.

Foto di scena Paolo Sasso

Un materiale drammaturgico che attinge – sempre attraverso una scrittura originale – non già e non solo dall’Iliade, ma in parte anche dall’Odissea, dall’Eneide, dalle tragedie di Eschilo ed Euripide, e più in generale da quei passaggi che abbiamo rintracciato attraverso l’epica e la tragedia antica e che trattano i Nostoi, i ritorni.

La narrazione delle sorti dei maggiori tra i capi Achei è anche memoria di una guerra durata 10 anni, per Elena, eidolon, idolo, simulacro e sembianza, o forse donna in carne ed ossa, figura che attraversa entrambi i poemi omerici e che ritroviamo nell’Odissea alla reggia di Menelao non più depositaria della bellezza di un tempo eppure ugualmente enigmatica e sfuggente. E ancora è la memoria di una guerra iniziata con un sacrificio, quello di Ifigenia da parte del padre Agamennone , e che chiude il suo cerchio – tra le tante ramificazioni del mito – con un altro sacrificio, quello di Polissena, figlia di Priamo. Entrambe giovani, entrambe sacrificate affinché le navi possano avere venti favorevoli.

La consapevolezza di una guerra vinta con l’astuzia, attraverso la mente colorata di Odisseo, polymechanos, mette tutti sullo stesso piano, vincitori e vinti. Ubriachi di vittoria, dopo aver saccheggiato ilio, fatto razzia di quanto resta, gli Achei si disperdono, indecisi se partire o restare. Le vele vengono ammainate ma il ritorno è funestato da venti contrari, alcuni tornano indietro, altri tentano la sorte. E’ un esercito spaesato, su cui potente si staglia la narrazione degli uomini che seguono l’indovino Calcante.


Foto dalla prove. MetisTeatro

Gli straccioni, che all’indomani della guerra Calcante, l’indovino, si porta via per terra, la parte meno nobile e gloriosa dell’esercito di Achei, che lo segue, per la sua possibilità di divinare i segni, resta una delle immagini più potenti di questa narrazione che da questo momento in poi vede solo un esodo di uomini destinati irrimediabilmente a perdersi : Aiace, Menelao, Agamennone, e in ultimo Odisseo, testimone della sua stessa storia, testimone di un racconto che chiude l’epoca degli eroi di cui gli aedi cantano.