Notre fete pour Matéi Visniec

l’emozione che qualcuno riceve nella sua solitudine non è pericolosa, ma l’emozione collettiva nata da un rapporto tra un saltimbanco e una folla (…) quella emozione li… è l’ embrione della rivolta (…) Matéi Visniec

Il 22 giugno 2022 abbiamo incontrato il Maestro Matéi Visniec al Teatro Marconi di Roma. Un appuntamento fortemente voluto, rimandato e atteso dal 26 febbraio 2020, che abbiamo organizzato con cura, attenzione, e soprattutto amore. Amore perchè le parole di Visniec ci accompagnano dal 2018, da quando grazie ad uno dei suoi traduttori, David Conati, scoprimmo Il comunismo spiegato ai malati mente, testo straordinario non solo per contenere in sè la sintesi perfetta della propaganda stalinista – un poeta, uno scrittore, chiamato a spiegare ai malati di mente, e quindi come dire agli ultimi, con parole semplici quell’utopia che fu il Comunismo in Russia e nel blocco sovietico che seguì la II guerra mondiale – ma anche e soprattutto per quella speranza attribuita alla parola dei poeti, degli artisti, degli uomini e delle donne di una comunità impossibile a censirsi, capace di rigenerarsi, di sopravvivere e resistere, di farsi carico della responsabilità etica ed umana di essere bussola, laddove tutto è confusione e buio.

Il potere della parola. la parola.

si è parlato molto di parola, il 22 giugno.
grazie a molte altre presenze preziose: la dott. ssa Oana Bosca Malin, per l’Accademia di Romania in Roma, curatrice e responsabile dei progetti culturali, il regista Christian Angeli, Francesco Polizzi, attore e regista, il professor Bruno Mazzoni, Daniela di Sora, fondatrice della casa editrice Voland.

è ancora e con gratitudine e commozione che penso a questa nostra festa per Matéi Visniec. Lo stesso uomo straordinario che ha risposto sin da subito, ed era il 2018, alle nostre domande. che non si è chiesto se fossimo amatori, appassionati, professionisti o in regola col libretto Enpals. ci ha risposto semplicemente. e non ha mai smesso di farlo. in piena pandemia quando i cerchi di quel suo Teatro decomposto si sono fatti la realtà, e noi a febbraio 2020 ci preparavamo senza saperlo a quello che con evidenza i poeti colgono, un passo più avanti, in anticipo sui tempi.

ho molta gratitudine e parole, ho il senso chiaro e netto di quello che ho cercato di mettere in chiaro, ogni volta che ce n’è stata occasione. ho un dovere di riconoscenza verso molte persone: chi ci ha aperto le porte della sua casa, perchè c’è stata una pandemia … e non sapevamo dove andare girando, per quelli che insieme a me sono rimasti, in questi ormai due anni e mezzo. per quanti con piccoli gesti, e piccole cose, come sempre stanno.

fare parte di. essere parte di.

è semplicemente questo.

 

 

 

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