Polytropos

Polytropos ( 6 giugno 11.30)  Polytropos, polymechanos, polytlas, Odisseo dai molti sguardi, Odisseo costruttore o distruttore di città. Odisseo dalla mente accorta, Odisseo multiforme. Le qualità accostate ad Odisseo hanno sempre il carattere della molteplicità, rimandano, come è noto alla mobilità della metis, l’intelligenza mutevole, trasformativa, la capace di prevedere, anticipare, presagire, assumere la forma versatile dell’acqua, come la dea Metis cui il mito rimanda. In questo nostro studio abbiamo cercato di spostare la prospettiva: multiforme e versatile Odisseo non compare mai.


Foto di scena Paolo Sasso


Foto Simone Bardi

Di lui raccontano gli altri: Euriclea, la nutrice fedele, Calipso, la dea che lo trattiene con sé ad Ogigia, per sette lunghi anni, Penelope che ad Itaca consuma il suo lutto nell’attesa, il padre Laerte e l’indovino Tiresia, Elena, Circe ed Achille, Anticlea la madre, sino ai meno indagati ritratti di Palamede – il grande antagonista di Odisseo, l’unico a quanto sembra capace di competere con l’eroe in intelligenza ed astuzia, e quindi per questo taciuto da Omero – e infine Autolico, il nonno materno, anch’egli appena accennato nell’Odissea ed al contrario presente in gran parte della letteratura post omerica, al fine – sembrerebbe – di esaltare la natura meno nobile dell’eroe.

Un puzzle che restituisce un ritratto multiforme, quelle tante storie simili al vero e mai del tutto autentiche, da cui continuamente si distilla un personaggio che sembra distaccarsi da quell’epoca chiara e luminosa del tempo degli eroi, per consegnarsi a noi in tutta la straordinaria modernità di un racconto in cui potersi ritrovare e tramite il quale assai spesso riflettere.

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