Prometeo
da Eschilo
Villa dei Quintili

MetisTeatro in collaborazione con Parco Archeologico dell'Appia Antica
22 e 23 Settembre 2018

Parte di una trilogia di cui ci è pervenuto unicamente il “Prometeo”, l’opera è considerata tra le più rappresentative del tragediografo greco, particolarmente originale nelle sue tematiche, al punto da renderne non del tutto certa la paternità, sebbene gli studiosi siano concordi nell’affermare che il terzo tassello della trilogia ne avrebbe riportato il mito nel solco della tradizione.

Prometeo – pro methis – il titano più intelligente della mitologia greca, “colui che pensa prima” e che prevede il futuro e il pensiero stesso di Zeus è condannato da questi tra le rocce della Scizia per “aver troppo amato gli uomini” ed aver loro donato il fuoco, affinchè progredissero, contro le disposizioni degli dei. Eroe solitario e orribilmente torturato dall’aquila di Zeus che perennemente gli rode il fegato, Prometeo è accompagnato nel suo destino dal coro delle Oceanine che ne piangono le pene e da diverse figure – Kratos e Bia, Oceano, Io, con cui viene a contatto. Depositario di un segreto sul destino di Zeus, si rifiuta di svelarlo e cade infine vittima della folgore del dio, precipitando nell’Oceano insieme al coro che non lo abbandona

Una tragedia suggestiva e potente elevata spesso a simbolo delle rivendicazioni politiche e sociali, metafora del pensiero libero e della stessa condizione esistenziale umana che sembra evocare il destino di sofferenza cui sono vittime gli oppressi, coloro che si battono per una causa e che si ribellano a quanto ritengono ingiusto.

 

Cielo, vento, fiumi e sorgenti, onde e madre terra, guardate il dio.

Guardate l’oltraggio che deve subire, tormentato per un tempo infinito, per aver troppo amato gli uomini.

Foto di scena : Giancarlo Tumino

 

Torna in alto