Rivoluzione, Rassegna Il teatro di Giuseppe Fava

“tragica rivoluzione delle vittime, disposte a sacrificare anche la propria vita, pur di non patire ancora dolore e sofferenza, lottando contro i potenti che governano le sorti di un miserabile paese del Sud”

Orlando, paladino bellissimo, alto, agile, con gli occhi fosforescenti e, come ogni altro pupo (..) ingenuo, implacabile, sognante e vergine è il protagonista di una rivoluzione popolare che vede gli ultimi – minatori, braccianti, contadini – organizzarsi per rovesciare il potere, allegoricamente impersonato da quattro maschere della società: il Politico, che ammalia le folle, il Giornalista che fa piangere di commozione, l’Eminenza che parla in nome di Dio e ne ha delega, il Giudice che applica la legge, (e basta!).

Nella cornice di un miserabile paese del sud, come ce ne sono tanti in quell’ angolo di terra più bello che ci sia, Orlando immagina e organizza la sua rivoluzione. Con lui Enrico, attore fallito, Pasquale, delinquente silenzioso e malinconico, Norma, prostituta torva, un po’ guasta e bellissima, Bastianazzo, analfabeta che sa tutto perché il dolore umano, in lui, si è fatta sapienza. Compagni pronti a dare la vita in attesa di quell’ora in cui il sole si oscurerà e non ci sarà più chiarore di luna: quando una piccola valigia nera con la morte dentro, scagliata sul palco dei potenti parati a festa, spazzerà via sopraffazione e la miseria, damnatio eterna per una società classista ed elitaria: il sogno degli umili, dimenticati dalla terra.

Rivoluzione, inedito, mai rappresentato, ha i tratti vividi di un grande affresco popolare che anela al riscatto degli ultimi, e insieme di quel riscatto – agito con la forza e la violenza – mostra i limiti e il disincanto. Giuseppe Fava trasla forse il suo presente, o comunque un possibile presente, in un passato mitico e atemporale, per raccontare i limiti di una lotta giusta, portata avanti con i mezzi sbagliati.

La Rivoluzione sognata si farà? O resterà solo il sogno di un paladino? Rivoluzione, troverà poi il suo compimento – e un suo possibile epilogo – in America, America, anche questo inedito e mai rappresentato, che circostanzia invece gli avvenimenti in un preciso periodo storico, a cavallo fra
800 e 900.

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