Queste scuole.. queste scuole sono la rovina del teatro!

Queste scuole! queste scuole sono la rovina del teatro!

Così nello spettacolo che abbiamo appena portato in scena per Comic off al Teatro di documenti, in cui si immagina - tra le altre cose - come doveva rispondere la Famiglia d'arte del teatro di primo Novecento alle molte novità formali e strutturali che il vento di riforma di quel trentennio tanto ricco di cambiamenti portava con sè.

Si formava la figura del regista - il regisseur - in Italia solo dal 1935 - e contestualmente nascevano molte scuole di teatro, per riempire quel vuoto di pedagogia che la Famiglia d'arte non era più in grado di assicurare: erano molti i figli nati in arte che lasciavano le scene, ed erano molti anche quanti iniziavano a bussare alle porte del teatro dal mondo borghese, dall'esterno.

In questo vuoto di sapere le scuole si inserivano per assicurare un passaggio, traghettare dalla scuola alla scena quanto prima era invece garantito dalla formazione della tradizionale Famiglia d'arte.
Nasce così l'Accademia d'arte Drammatica, il progetto silenzioso e visionario di Silvio d'Amico, che troverà il suo compimento nella fondazione della Compagnia dell'Accademia nel 1941 - si recita insieme, allievi e maestri - recita il nostro testo - si litiga e si parte, come in una famiglia d'arte ricomposta.

Le scuole c'erano anche prima - beninteso - ma erano poche, sporadiche, volte per lo più all'insegnamento della retorica, dell'arte del parlare, o pensate più  per dare un canonicato a vecchi attori (cit. S. d'Amico) come la vecchia scuola "Eleonora Duse" - ovvero prosaicamente per assicurar loro un sostentamento - che per formare realmente.

Questo lungo preambolo - un po' farraginoso e certo non esaustivo - per arrivare al punto ..

Ho sempre onestamente trovato poco elegante parlare (male) di altre realtà formative e in ogni caso farne cenno. Ritengo che la storia di ciascuno parli, e non sia necessario puntare il dito altrove giusto per farsi grandi. Noto però- e mai come quest'anno - una moltiplicazione imbarazzante di corsi/laboratori/workshop/master class/open day/ varie eventuali e altro.

Mai come quest'anno l'offerta ha superato la domanda nella dispersione data dal corsetto sotto casa, messo in piedi alla bella e meglio col volantino col sipario rosso, e improvvisati maestri formati non si sa bene come e quando. Mai come quest'anno ho ricevuto candidature spontanee di neo formati manco trentenni, dai curriculum fantasiosi, eppure prontamente e anche spesso aihmè con una certa qual spocchia, preparati a condividere la loro decennale (decennale????) esperienza.
Mai come quest'anno ho faticato a formare le nuove classi con persone che sono arrivate a noi grazie al passaparola (per cui l'esiguo budget messo su adword per quanto mi riguarda il prossimo anno sarà investito in altro), mai come quest'anno ho dovuto - e con un certo imbarazzo - rispondere a richieste sulla possibilità di parcheggio in via Foligno ( che per carità va anche bene, però e che c**).

Premesso il già detto, qui, altrove, sempre e più volte, ovvero che insegnanti e allievi si scelgono, premesso che i miei sono corsi liberi per adulti, in questa confusione restano incastrate anche molte scuole volte a formare figure professionali, nel calderone pasticciato di un'offerta in cui un giovane che vuole dedicarsi a uno studio strutturato non può far altro che perdersi.

Ora.
Ognuno ha diritto di sbarcare il lunario come meglio crede,
ma giacchè la nostra è una delle poche categorie professionali che non prevede un albo, una abilitazione, un titolo che attesti e certifichi che si è nelle condizioni di poter insegnare ( a chiunque sia:  insegnare, e che cavolo) , vi prego giovani, adulti, bambini, discenti. INFORMATEVI.
per insegnare non basta svegliarsi un mattino e appellarsi MAESTRI.

I maestri sono pochi.
Pochissimi.

Un caro abbraccio a tutti.

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