Metis, Comic Off Amatoriali e Professionisti

Sono ricominciate a pieno ritmo le attività in associazione..semmai si siano fermate. Intanto alcune belle notizie: il nostro "Figli d'arte" al Comic Off 2019 è stato segnalato con 4 nomination (regia, costumi, miglior attrice, miglior spettacolo) e premiato con il riconoscimento "Miglior attrice Protagonista", un premio che vista la coralità dello spettacolo ci siamo sentiti di auto riconoscerci ex equo ( di seguito il momento della premiazione e il brillante intervento della sottoscritta ;).

 

 

Un riconoscimento a fronte di un concorso che vede insieme compagnie professionali e amatoriali, peculiarità questa che se da un lato restituisce anche, se possibile, più valore al riscontro che abbiamo avuto - essendo noi una realtà prevalentemente laboratoriale - rappresenta uno degli aspetti più interessanti del Comic Off. Così ci è sembrato anche nelle parole di uno degli organizzatori, l'attore e regista Roberto d'Alessandro, che durante la serata ha sottolineato in un passaggio come negli intenti della manifestazione ci sia proprio la possibilità di aprire uno spazio di espressione che non tenga conto di categorie a priori, e sia un'occasione in cui invece queste categorie possano essere messe (temporaneamente) da parte per aprirsi a tutti. E questo all'interno di un festival in cui peraltro conta il voto del pubblico, quello dei gestori dei teatri e di una giuria.

E vale qui forse la pena di aprire una (piccola) parentesi su cosa sia da intendersi oggi alla voce teatro "professionale" e alla voce teatro "amatoriale". E mi sto riferendo chiaramente a tutto ciò che opera al di fuori del teatro cosiddetto di circuito e che rappresenta poi in realtà gran parte del bacino più vitale della programmazione di molte piccole e medie realtà private e non sovvenzionate, perlomeno nel circuito del teatro romano.
Se ancora fino a una quindicina di anni fa lo spartiacque era più netto, limitandosi gli amatoriali a mettere in scena per lo più spettacoli di un repertorio assai riconoscibile per scelta di testi e teatri, la linea di confine si è andata in questi anni sempre più assottigliando, e i passaggi dall'una e dall'altra parte si sono fatti sempre più frequenti, spesso complice sia un livello generale da parte degli "amatori" che si è mediamente alzato, sia il moltiplicarsi di realtà formative che continuano annualmente a diplomare allievi attori votati per lo più alla disoccupazione e non formati adeguatamente al mestiere, e soprattutto non selezionati per talento - e seriamente - a priori.

Mi spiego meglio: negli anni '80 - '90 a Roma c'erano l'Accademia, il Centro Sperimentale e credo non più di tre scuole private: la Scaletta, la Fersen e la Sharoff. Si usciva dopo un diploma triennale che era il minimo garantito per un lasciapassare al tentativo di avviarsi alla carriera. C'erano poi anche molti attori autodidatti e allora - come oggi - nessun ordinamento reale del mestiere: chiunque poteva dirsi attore "professionista", chiunque poteva dirsi attore "amatoriale". Veniva da domandarsi, già all'epoca, quanto queste categorie avessero un senso, domanda che mi sembra si faccia sempre più stringente oggi. Si aggiunga a questo il gran numero di quanti pur facendo (o avendo fatto)  altri mestieri (spesse volte taciuti) si muovevano (e si muovono) sul confine del professionismo e in ogni caso si appellavano (e si appellano) tali.
Insomma in sintesi e per brevità : fuori dal teatro di circuito (ma appena fuori, neanche troppo lontano), lo spartiacque tra amatori e professionisti si è spesso rivelato un calderone in cui ciascuno - più o meno - può nomarsi da sè, e inserirsi nella categoria che meglio gli aggrada.

La spocchia con cui talvolta - da entrambe le parti - si tenta una definizione che andrebbe del tutto verificata, ci porta particolarmente a apprezzare quelle occasioni che non pongono distinzioni di sorta, e lasciano la possibilità di un confronto aperto basato in sostanza (con tutte le eccezioni del caso) su l'unica cosa che conta; come si sta sulla scena.
Sintanto che non ci sarà un seria riforma del mestiere, che sarebbe auspicabile, ben vengano occasioni che anche e forse non nelle intenzioni esplicitano una realtà che è sotto gli occhi di tutti.

[Post pubblicato e rivisto;)]
[Sarai pure un corridore... diceva un mio vecchio amico...ma la faccia nn ce l'hai]

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