Vincitori del Contest fotografico La Città parla

Le tre immagini selezionate ex equo dal fotografo Paolo Sasso vincitrici del Contest La Città parla, parole fisse, parole mobili. Il Contest è parte del progetto CONTESTI MOBILI vincitore 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐀𝐯𝐯𝐢𝐬𝐨 𝐏𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 “𝐑𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐏𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐟𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐢𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐯𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚” 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐨𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 con 𝐙𝐞̀𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐏𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐂𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚

La scelta non si è basata su ragioni peculiarmente fotografiche, e non tanto perchè a realizzarle non siano stati dei fotografi (che non è per forza un limite) ma perchè a essere protagoniste sono le parole, ancor prima del contesto nel quale sono riportate. Perciò si è cercato di privilegiare quelle immagini che rappresentano un buon punto di incontro tra il testo e il colpo d’occhio. Tra le varie che rispondono al criterio, le tre selezionate – l’un l’altra ex aequo, senza un ordine “di podio”- sono quelle che, almeno a mio avviso, tengono meglio in equilibrio i due aspetti. (PAOLO SASSO)

 

 

 

Valentina Cristini, La Haine
Motivazione : Le parole citano il titolo di un film di Kassowitz, “L’Odio” in italiano, che si incentra su conflitti razziali e sociali nelle bainlieu parigine, ma comunque estensibili alle altre grandi periferie urbane in generale, e delle quali il mural è il tratto iconografico più rappresentativo. Il contesto dello scatto è quello del Mandrione, una zona che un tempo fu tra le più critiche e malfamate di Roma. Gli spuntoni metallici in cima al muro, e il faro segnano un limite invalicabile (al di là c’è una sede della Banca d’Italia) quasi a rinforzare un’idea di separazione classista.

 

 

Francesca Colonna, Piangere magia
Motivazione: È agli esatti antipodi di La Haine: rispetto all’immagine di Valentina Cristini, qui è tutto capovolto. Il muro è quello antico e signorile di un palazzo del centro, la scritta non è un’esclamazione inequivocabile, variopinta ed estesa, tanto meno è un mural: Piangere magia é una piccola frase quasi sussurrata ma in qualche modo anch’essa assertiva, nera su bianco. Laddove c’è grido qui c’è discrezione, laddove c’è un implicito inno alla rivolta, qui ci sono due parole in bilico tra poesia ed enigma, laddove la scritta è ormai un tutt’uno col muro qui c’è una netta divisione di spazi, una giustapposizione educata e provvisoria. Caratteristiche (stilemi?) del linguaggio urbano tra loro opposti, come opposti sono i luoghi in cui vengono manifestati

 

Alma Di Mauro – TE
Motivazione : Pur essendo la parola inserita in un testo più lungo (un’ insegna), questo scompare a vantaggio di un’ astrazione determinata da un’unica sillaba che si trasforma in un termine dal forte senso relazionale.

Torna in alto