La Grotta al teatro di Villa Lazzaroni

“È una storia atroce, signore, disumana, ma dal momento che è incominciata, ora che è vera a metà, se non dobbiamo recitarla fino in fondo, io e i miei compagni, abbiamo l’impressione che sarebbe meglio tornare al nostro nulla. Ridiventare quelle idee informi, quelle possibilità vaghe che eravamo prima che voi pensaste a noi..” (La Grotta)

Una compagnia in prova: la commedia è da farsi, o meglio non semplicemente da provarsi ma ancora tutta da scriversi, ancora nella mente del suo autore che sin da subito, nel prologo, si rivolge così direttamente al pubblico: questa commedia avrebbe dovuto chiamarsi La grotta. Svelata ogni finzione, infranta ogni quarta parete, La Grotta di Anouilh prende avvio così. Una compagnia in prova, un autore ossessionato dai suoi personaggi, e innamoratane al punto da non sapersi decidere sulla direzione da prendere.

Potrebbe essere Questa si recita a soggetto potrebbe essere Sei personaggi in cerca d’autore: invece è Anouilh – autore prolifico e poliedrico tra i maggiori che la Francia ci ha regalato nel ‘900 – che di questa eredità non fa mistero. Pirandello è citato, espressamente, come il gioco di continui rimandi al teatro nel teatro. Ma Anouilh qui gioca a carte scoperte e come Pirandello rovescia il punto di vista, ci trascina nelle cucine, e di quel da giù non si vede fa il tormento del suo processo creativo, e dopo aver con maestria omaggiato i suoi predecessori (con più di tre sentimenti a teatro ci si imbroglia! Così insegnava Shakespeare!) si spinge oltre e innesta dentro il suo gioco teatrale una pièce che ha una trama quanto mai avvincente: un omicidio, compiuto chissà da chi, ed una società divisa chiaramente tra i piani alti in cui vivono i padroni e le cucine buie del sottoscala, entrambi attraversati da bugie e misfatti. Nè commedia neracommedia rosa per questo testo assai poco conosciuto che Anouilh scrive nel 1958, un testo che è un omaggio al teatro e insieme una riflessione sull’impossibilità di deviare dal destino che – nero su bianco – non le pagine del teatro ma della vita stabiliscono.

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